Articolo di Alice Redetti

Quando qualche anno fa iniziai il mio percorso interiore, ci fu quasi subito un’apertura all’amore che solo recentemente ho iniziato a comprendere nella sua profondità. All’epoca mi ero separata da poco da mio marito ma avevo una percezione forte che sarebbe arrivata presto una nuova relazione: energeticamente non poteva che essere così, nel flusso di amore che sentivo.

 

 

E quando poco dopo conobbi quella che è la persona che condivide la sua vita con me oggi, ebbi per la prima volta in vita mia la comprensione dell’impersonalità dell’amore.

Sentii che quell’uomo appena conosciuto aveva sì una forma perfetta per me, ma allo stesso tempo avrebbe potuto essere anche una qualsiasi altra persona. Cioè non sentii quell’attaccamento che normalmente si sente per la persona di cui ci si sta innamorando.

Era semplicemente l’amore dell’esistenza che si metteva a disposizione in una delle sue tante forme. Riconoscerne il mistero divino mi ha aiutata a stare nel momento presente, a superare tanti luoghi comuni e a vedere l’abitudine al controllo, favorendo così lo sbocciare di una relazione finalmente fondata sul rispetto e sulla libertà.

Quello che invece purtroppo spesso accade in una relazione, e che mi è successo tante volte, è che da una parte sentiamo una meravigliosa spinta all’innamoramento, ma dall’altra ci portiamo dietro inconsapevolmente tutto il nostro bagaglio di separazione e paura. La persona che conosciamo viene così investita di aspettative spropositate e diventa l’unica apparente possibilità di farci sentire finalmente degni di amore; quando poi questa persona inevitabilmente ci sorprende con la sua imperfetta natura umana, ci sentiamo allora in qualche modo traditi. 

Iniziare a vedere questi meccanismi è già l’inizio della guarigione. Radicarci nel presente portando l’attenzione ai nostri movimenti interiori rende possibile aprire il cuore, accogliere l’abbraccio dell’amore e ricevere pienamente i doni che ci vengono offerti.